lunedì 5 maggio 2008

Novità!!!


Ciao a tutti!!!


è da un po' che non ci facciamo sentire....allora....come si può vedere...NOVITà!!!!


Diego e Michela hanno aperto rispettivamente i loro siti myspace e sarebbero estremamente felice di poter di nuovo interagire con voi e, magari, addirittura chattare!!!


Vi lasciamo i loro URL :







Calorosissimi Saluti
La Redazione

domenica 16 marzo 2008

CHE NE SARà DI NOI???.................


Come ogni favola, anche questa è destinata a finire...


E' stata una straordinaria esperienza, divertente e che ci ha molto uniti fra di noi, sono nate amicizie di vario tipo, scontri, riappacificazioni e siamo tutti cresciuti molto...in un certo senso ci siamo anche "messi a nudo" con l' aiuto di Aldo Busi.

A Lui un ringraziamento speciale, non solo per averci dato la possibilità di diventare "i suoi opinionisti" , ma anche per aver creato un bellissimo gruppo e per averci dato tanto umanamente, per i suoi consigli, per la sua sincerità e per tutti gli insegnamenti che generosamente ci ha dato.

E come dimenticarsi di Luisa Ricci??? L'assistente, eletta da noi, migliore!! Sempre affettuosa, gentile, paziente ed educata (la stressavamo davvero tanto...)!!!

Un pensiero nei nostri cuori c'è sempre anche per tutti gli altri opinionisti che non hanno potuto partecipare al blog per motivi personali.


Per quanto riguarda il blog... UN GRAZIE ASSOLUTO A TUTTI VOI CHE CI AVETE SEGUITO CON TANTO AMORE, TANTO AFFETTO E CHE CI AVETE FATTO DIVERTIRE COME MATTI....SIETE GRANDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Che ne sarà di noi???.......


Diego ha diverse cose in cantiere...vi farà sapere presto!


Enrico proseguirà nei suoi studi accademici (filosofia antica) ed a lavorare come critico teatrale.


Jacopo sarà lo scenografo di due tourneè a giugno e del mega-concerto di Luglio ed Agosto di Alessandro Acciari (tastierista di Baglioni).


Michela da Maggio a Settembre lavorerà in Sardegna -vicino a Cagliari- come animatrice-istruttrice di tennis nel più grande Villaggio della compagnia di animazione più famosa ed importante di tutta Italia.


Un grosso "In bocca al lupo" a tutti Voi!! Tanti Baci!!!

E.... continuate a seguirci!!!!!!!!!!!


Diego, Enrico, Jacopo e Michela

domenica 24 febbraio 2008

Il lago Dei Cigni & Lo Schiaccia Noci - Tchaikovsky



La metamorfosi
[Lago dei cigni, Schiaccianoci]
"Rimpiangere il passato, sperare nell’avvenire e non essere mai contento del presente: questa è la mia vita". Questa affermazione di Tchaikovsky, sebbene possa essere propria di moltissime altre persone, è sicuramente più calzante per lui che per chiunque altro. Infatti, se molti possono dire di essere frustrati o tormentati (e quindi ritrovarsi appieno nella frase), pochissimi possono vantare che queste frustrazioni e tormenti non derivino dalle difficoltà della vita, ma solo da un grande genio.
Ed è appunto al suo genio, ed ai balletti per cui ha composto la musica, che la puntata su "Il lago dei cigni" e "Lo schiaccianoci" vuole rendere omaggio. Questo non solo è stato molto decoroso, ma anche molto rispettoso nei confronti dell’artista, in quanto non si è concentrato sulla sua figura o sulla sua vita, ma interamente sulla sua musica ed il testo a cui si è ispirato.
Una delle cose che voglio aggiungere ai discorsi di Busi è una polemica personale contro una sua affermazione, ossia l’invito a ridurre la durata del "Lago dei cigni" ed i requisiti del balletto (un nutrito casting, costosi elementi di scena, ecc).
Razionalmente sono d’accordo con lui, perché la lunghezza dell’opera ed il costo organizzativo precludono l’esperienza del balletto a tantissime persone: non solo per la difficoltà della visione o il costo del biglietto, ma anche per la frequenza della messa in scena (una volta l’anno).
Ma come amante del balletto, che tutti gli anni che viene messo in scena non si stanca mai di vederlo, sono totalmente in disaccordo con queste razionali operazioni. Renderne effettiva anche solo una sarebbe come togliere tutti gli avvenimenti non principali (o drammaturgici) di un’opera teatrale oppure ridurre le scene comiche ad uno spettacolo della commedia dell’arte (ad esempio Arlecchino servo di due padroni): il dramma potrebbe andare comunque in scena senza problemi, ma sarebbe come mutilato.
Sono invece ben più d’accordo quando dice che nel ballo nessuno dei danzatori è mai volgare. Mi riviene in mente l’ultimo allestimento del "Lago dei cigni", tenutosi alle terme di Caracalla. Noi del pubblico trovavamo posto a sedere su di un’impalcatura; questo consentiva, anche a chi trovava posto in "platea", di vedere la rappresentazione dall’alto.
Il palco era invece montato nel mezzo dei ruderi, sempre su di un’impalcatura rialzata. L’alloggio per i ballerini era poco distante; quando non ballavano (ad esempio tra un atto e l’altro) essi rimanevano lì. A collegare questo luogo neutro ed il palco in cui nel frattempo succedeva di tutto vi era una rampa semicoperta.
La cosa curiosa era che, probabilmente per questioni logistiche (se era voluto, l’allestitore era un genio), non c’era una parete che coprisse questa rampa, per cui si potevano vedere i ballerini ed i tecnici percorrere questa per spostarsi dall’alloggio al palco o viceversa. L’unico momento in cui la persona spariva letteralmente dalla vista era una piccola partizione che separava il palco e la rampa.
Ebbene, su questa rampa il modo di muoversi dei ballerini era esattamente lo stesso di quello dei tecnici, anzi appariva più buffo dati i loro costumi di scena. I movimenti ed i modi di fare erano i più quotidiani possibili: braccia incrociate, buffetti sul collo, piedi che aderivano perfettamente al suolo e molti altri. Invece, sul palco erano esattamente l’opposto della quotidianità, oppure un suo stravolgimento. E’ evidente che ringraziare la regina per il regalo ricevuto o ringraziare la compagna ballerina per i complimenti ricevuti non potevano essere la stessa cosa rispettivamente sul palco e sulla rampa, sebbene l’atto pratico di ringraziare fosse identico.
Da queste considerazioni ho tratto due conclusioni. Primo, che questo passaggio da uno stato A (la rampa) allo stato B (il palco) non era graduale, ma un vero e proprio salto; questo salto avveniva in quella zona neutra che – non so se purtroppo o per fortuna – non era visibile. Col salto in A il ballerino perdeva di colpo tutto quello che c’era in B, e ritornava un uomo normale e con gli stessi atteggiamenti del tecnico. Ma col salto in B – e questa è la seconda conseguenza – il soggetto lasciava a terra aspettative e timori di ogni giorno. Su quella rampa, gli artisti potevano essere di tutto, ninfomani, padri/madri di famiglia, dilettanti di fisica o amanti della cioccolata; di colpo, invece, su quel palco, non erano nient’altro che danza e musica.
Quanto a "Lo schiaccianoci" non ho molto da aggiungere. Non conosco – ammetto la mia ignoranza – il testo di Hoffmann, e non sono appassionato di questo balletto come per "Il lago dei cigni". Posso solo dire per visione personale che, con i dovuti accorgimenti, questo balletto può ricalcare benissimo l’atmosfera onirica, che Busi ha indicato come una delle caratteristiche dell’opera di Hoffmann. Chi meglio dei ballerini – ancora più degli attori – sono in grado di trasformare un oggetto o un movimento abitudinario in una veste nuova od inusuale?



Curato da Enrico

mercoledì 6 febbraio 2008

Spazio Curiosità!

Siete curiosi? Bramate di sapere cosa succede dietro le quinte del blog??Avete domande che desideravate fare da tempo ma non sapevate dove farlo?
Questo è lo spazio giusto per chiedere qualsiasi tipo di cosa...proporre idee...scambiare opinioni!
Questo Post nasce dalla voglia di poter dare informazioni anche di carattere personale a tutti quei Fan che da sempre ci seguono con tanto amore!
che aspettate?

-La Redazione-

sabato 2 febbraio 2008

La cicala e la Formica-Esopo


“LA CICALA E LA FORMICA”In ogni favola descritta e raccontata da Aldo Busi , c’è un riferimento alla società moderna che la rende estremamente attuale. Osservandolo attentamente , ci si rende conto che noi in realtà non conosciamo il vero motivo per il quale è stato scritto quel testo, questo perché nella maggior parte dei casi arriva a noi rielaborato da grandi dell’animazione come Wal disney,che nell’intento di renderlo fruibile ad un pubblico giovanissimo , lo semplifica , togliendo molte delle parti hot.Una delle favole più belle in assoluto , quella che più di ogni altra rappresenta la sociètà moderna , è senta ombra di dubbio “La cicala e la formica”.La storia contrappone la cicala , che rappresenta la persona opportunista e nulla facente, alla formica ,che rappresenta la persona lavoratrice , autonomaQuesto è un vero spaccato della società moderna , che si divide in nulla facenti ; opportunisti che cercano in ogni modo di svilire il lavoro degl’altri, per far esaltare le loro doti inesistenti; e lavoratori , quelle persone alle quali non piace chiedere niente a nessuno... Qesti personaggi liritroviamo in tutte le professioni e soprattutto nel platinato mondo dello spettacolo, mondo che negl’ultimi, anni è stato fortemente danneggiato proprio perché si è lasciato spazio a personaggi inutili, senza una professione, senza nessun tipo di dote artistica, personaggi che ci costringono a vedere tutti i santi giorni in tv ,e che riescono con il loro fare opportunista a mettere in ombra tutto un settore composto da veri professionisti , da persone che oltre ad aver studiato per decenni hanno esperienza e talento da vendere.Questo atteggiamento , oltre ad essere la causa di un'impoverimento qualitativo del settore, è la causa fondamentale di un altro fenomeno " L'illusione".Questo è un meccanismo molto pericoloso che colpisce soprattutto i ragazzi più giovani ,i quali vedendo costantemente in tv personaggi di scarso valore professionale , pensano che per fare questo mestiere non occorra avere talento , ne tanto meno prepararsi , ma basta avere il colpo di fortuna , o la famosa raccomandazione , alimentato così un esercito di illusi,i più fortunati dei quali verranno sfruttati forze per una stagione o due per poi essere dimenticati .L'altra faccia della medaglia è composta da tutta una serie di personaggi , macchinisti , registi, operatori di scena ecc. molti dei quali lavorano dietro le quinte , ai quali non piace apparire , ma che sanno più di ogni altro quanta fatica e quanta preparazione ci vuole per raggiungere qualsiasi obbiettivo.Sono quei personaggi destinati a rimanere , che non vengono scaricati, sono quelle persone alle quali non piace chiedere favori , e questo non per una forma d'orgoglio personale ma per il semplice fatto che , gli costa più chedere , che farselo da soli!!!Negl'ultimi 5 anni ho incontrato tantissime persone, ho avuto la fortuna di lavorare con molti personaggi importati ,dai quali ho imparato una lezione fondamentale, ogni grande risultato è composto da un percorso , più èlungo e faticoso e più sara grande la soddisfazione di averlo ottenuto .. spesso noi ci soffermiamo sul risultato finale di un lavoro , nel caso del teatro , guardiamo lo spettacolo finito pensando alle volte che il vero lavoro è quello che noi vediamo in quel momento, be è un grosso errore ..il vero lavoro viene svolto molto tempo prima ,è tutto quel percorso spesso pieno d'ostacoli e intriso di difficoltà ,composto da prove battenti, proggettazione e realizzazione di scene e costumi , l'organizzazione della tounèè , grazie al quale si ottiene quel risultato finale , e tanto più ècomplicato e faticoso il percorso ,tanto e piùbello esplosivo ed emozionante l'arrivo.Questo è l’eterno enigma che affligge la società moderna , si può scegliere di stare da una parte o dall’altra , io ho fatto la mia scelta e voi….??????????????


Curato da Jacopo de Bonis

venerdì 25 gennaio 2008

3° Posto a "Striscia La Notizia" - I Nuovi Mostri


CENERENTOLA AL 3° POSTO A STRISCIA LA NOTIZIA NE " I NUOVI MOSTRI"




Ed eccoci nuovamente su STRISCIA LA NOTIZIA.....

piano piano stiamo salendo i gradini del podio de "I Nuovi Mostri"....


Se con "I Vestiti Nuovi Dell' Imperatore" eravamo quinti......con Cenerentola....TERZI!!!!!!!!!!!


Aldo, vestito da Cenerentola con una lunga parrucca bionda, il viso sporco di fuliggine,con solo poche parole questa volta ha fatto coinvolgere involontariamente anche Maria De Filippi!!!!


Ecco il link:






Curato da

La Redazione

mercoledì 23 gennaio 2008

Fiaba 223 - Esopo



Fiaba 223 di Esopo:



Dopo la storia di Cappuccetto Rosso lo scrittore legge una delle creazioni dell'autore greco vissuto nel VI sec. a.C. (le cui favole hanno uno scopo principalmente didascalico ed educativo) che, in questo caso, riguarda il "dire una cosa e farne un'altra". Infatti secondo Aldo Busi la parola non ha più valore nè orale nè scritta.
Un lupo molto affamato stava gironzolando qua e là per trovare del cibo, quando, trovatosi di fronte ad una casa, sentì un donna minacciare il suo nipotino: se lui non avesse smesso di fare i capricci lei lo avrebbe dato in pasto al lupo.
L'animale, tutto contento, si posiziona tutta la giornata di fronte alla porta aspettando il momento del pranzo....le ore scorrono in fretta...lui resta lì...quando, all'improvviso, sente la stessa nonna rassicurare il pargolo: se il lupo fosse andato a "trovarli" , loro lo avrebbero ucciso.
A questo punto la belva si gira ed al grido "Qui dicono una cosa e poi ne fanno un'altra!" se ne va.
Il mio parere?? é vero...la maggior parte della gente parla, parla, parla...ma i fatti??
Un detto dice: "Fra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare"....forse, al giorno d'oggi, lo prendiamo un po' troppo alla lettera...



Curato da Michela Luise

Cappuccetto Rosso - Charles Perrault ; Jacob & Wilhem Grimm



Cappuccetto Rosso:



Favola che risale alla tradizione orale, ha due versioni: quella di Perrault (1697) e quella dei fratelli Grimm.
Mentre la seconda è stata "riadattata" per i bambini e le famiglie, la prima tratta più esplicitamente i temi del sesso,della violenza e del cannibalismo.
Fino alla fine si può dire che le due versioni delle favole siano abbastanza simili e che entrambe mettono in contrapposizione il "mondo luminoso e sicuro del villaggio" e "quello oscuro ed insidioso della foresta".
Cappuccetto Rosso è una bambina (dopo le prime righe però i fratelli Grimm utilizzano il "neutro" DAS) che riceve il compito, da parte della sua mamma, di portare un cestino pieno di viveri alla nonna malata. Invece di seguire la strada, come consigliatole, la bimba decide di prendere la scorciatoia della foresta dove incontra il lupo, simbolo del male, che a volte può presentarsi sotto una forma affascinante.
Dopo aver rivelato al lupo il perchè girava sola soletta, il compito che doveva portare a termine e il luogo esatto in cui si trova la casa della nonna, Cappuccetto sta a sentire le parole del lupo e si ferma a raccogliere dei fiori. Nel frattempo il "male" , cioè il lupo, arriva alla casa della nonna e la mangia....
La stessa fine farà la bambina....
Ed ecco la diversità: Perrault fa trionfare il Male....non ci sarà nessun cacciatore a salvare le due povere indifese; i fratelli Grimm, invece, fanno intervenire il cacciatore, il Bene, che ucciderà il lupo, gli aprirà la pancia con delle forbici ed estrarrà sane e salve sia la nonna che la nipotina.
Aldo Busi fa riflettere noi ragazzi sui pericoli che può correre l'infanzia e sul fatto che molto spesso i genitori danno consigli che non vengono seguiti in quanto risultano come obblighi o comandi. Secondo lo scrittore i bambini devono essere a conoscenza di tutto e di tutti i pericoli che possono incorrere; anche se lui stesso, probabilmente, non lascerebbe, al giorno d'oggi, un bambino andare a comprare nemmeno un chilo di pane e sottolinea che nove abusi su dieci avvengono in famiglia o da conoscenti...insomma, persone che apparentemente conducono una vita sana e normale, proprio come nel film del 1931 di Fritz Lang "Il mostro di Dusseldorf" , nel quale , nel momento in cui il protagonista inizia a fischiettare un motivetto ed un palloncino si alza nel cielo, si capisce che avverrà una violenza.
Il lupo, cioè il male, a mio parere è eterno e qui mi trovo pienamente d'accordo con le parole del conduttore "Secondo me non ce l'hanno raccontata giusta, il lupo è eterno, è lui che resuscita" .
Credo che al giorno d'oggi i bimbi vadano esplicitamente avvisati di tutto; mentre i più grandi devono imparare a riconoscere il "lupo" ed a difendersi da soli, i più piccini devono essere seguiti ed accompagnati. Il lupo non è solo quello della violenza fisica, ma anche quello della violenza psicologica , morale, e può divorare anche i valori stessi di una persona....il "lupo" può anche essere una pagina internet...
Il "lupo" può presentarsi sotto ogni forma...


Curato da Michela Luise

lunedì 21 gennaio 2008

La Sirenetta-Hans Christian Andersen

La Sirenetta:
Questa favola è fra le mie preferite in quanto la seconda versione,cioè quella meno conosciuta rispetto a quella della Disney,si discosta completamente dalla mia visione dell'amore e della donna.
Chi non è cresciuto cantando sotto la doccia "In fondo al mar...In fondo al mar...!!!" ??
Chi non ha mai sognato un amore come quello di Ariel??
Chi non ha,dopo il tormentone della canzone dei granchi,pesci e meduse,"costretto" i propri genitori a comprare un acquario???
Bene!!Cari lettori,la versione Disney è completamente diversa,soprattutto nel finale,da quella originale del danese Hans Christian Andersen!!!
Nella versione conosciuta da noi tutti,ovvero quella Disney,Ariel riesce a coronare il suo sogno d'amore(con l'aiuto di tutte le creature del mare) e sposa il principe!Un classico della serie: "Vissero tutti felici e contenti..."-principe azzurro meraviglioso protettivo ecc ecc...
Nella prima,invece,La Sirenetta(in realtà,mi duole dal profondo del cuore dirvelo...,non si chiama Ariel...) il giorno del suo sedicesimo compleanno salva il principe caduto dalla nave per la bufera e lo porta a riva,adagiandolo delicatamente sullo scoglio.
Intimidita si nasconde cantando con una voce melodiosa...ma quando il futuro re si sveglia vede un'altra fanciulla...la figlia di uno dei re che abitava lì intorno...
La Sirenetta,tornata in mare decide di "vendersi" alla Strega degli Abissi...le regala la sua dolcissima voce e decide di sostituire la coda con le gambe solo per poter tornare sulla terra...
Ovvio!!Mica è tutto qua!!!! Il passaggio da coda a gambe comporterà sempre dei dolori lancinanti a quella che ormai è diventata una fanciulla muta...e...se il suo amore non sarà contraccambiato...bèh...morirà!!!
Infatti l'uomo dei soi sogni,convinto che La Sirenetta fosse la figlia del reuccio vicino,sposerà quest'ultima.
La Sirenetta vuole la felicità dei due freschi sposini quindi rinuncia alla soluzione offertale dalle sue sorelle:queste si sono fatte tagliare i meravigliosi capelli e li hanno donati alla Strega degli Abissi per avere un pugnale magico con cui La Sirenetta deve uccidere i neo-sposini...
La Sirenetta cosa farà???
Morirà per amore!!!!!!!
Non ce la fa e preferisce vegliare dall'alto sul suo amore non contraccambiato!!!
Personalmente non credo che una donna per amore debba rinunciare completamente a tutta la sua personalità,ai suoi interessi o cercare di cambiare solo per poter conquistare il famoso principe azzurro che tutte aspettano.Questo non è amore!

Curato da Michela Luise

5° Posto a Striscia la Notizia-I Nuovi Mostri.

5° Posto nella classifica: "I Nuovi Mostri!!!" STRISCIA LA NOTIZIA!!Con Retroscena visto dal punto di vista di Michela.

Ciao a tutti!!!
Come già accennato siamo finiti su striscia...ma vorrei raccontarvi un po di retroscena di questa giornata di registrazione...che dite??
Allora,mentre stavo chiacchierando con gli altri componenti del blog Enrico esce di corsa e tutto Rosso al cameraman:" mi scusi mi può dire per cortesia dov'è ubicato il bagno?" il Cameraman sgrana gli occhi guardando noi-stavo schiattando dalle risate-lo fissa e gli fa:" ma che te sei magnato un panino co er dizionario dentro? e un assistente:"Guarda il bagno è ubicato più o meno là...voi ragazzi ubicatevi sulla sedie"..
Vado ad ubicarmi sulla sedia(scusa Enrico se ti sfruguglio sempre su questa battuta ma ormai è storica)!!!GIà NON RIESCO A BLOCCARE LA "RIDARELLA".. QUANDO D'IMPROVVISO BUSI INIZIA A SPOGLIARSI...(!!!!)CONTINUANDO A PARLARE COME SE NIENTE FOSSE!!!


Ora,tutti i miei sforzi per riprendermi e mostrarmi seria non serveno a nulla...,appena lo vedo con la tutina color carne ADERENTISSIMA resto basita a fissarlo e con una faccia!!nn saprei nemmeno ripeterlaPOI SI METTE A BALBETTARE "PROCRASTINANO" E DOPO LA BATTUTA "NON MI RIESCE NULLA CHE FINISCA IN A...O".
Prego che non mi faccia nessuna domanda se no avrei risposto con la mia"scusi...per avere 60 anni circa..Ok...è un bell uomo...bel fisico..ma con che coraggio l'ha fatto????"questo poi me lo direte voi che ci seguite con tanto amore...
mentre esco dagli studi prego supplico i cameramen di tagliare le scene in cui soffoco per la tosse e per le risate,ma anche quella in cui guardo completamente ammutolita aldo..(eh,sì..ormai siamo intimi...scherzo!)

TORNATA A CASA,MENTRE RICEVEVO LE TELEFONATE DEI MIEI AMICI CHE MI CHIEDEVANO:"MA CHE FRASE HAI MESSO SU MSN??DA QUANDO IN QUA PARLI COSì??!" (OVVIAMENTE LA FRASE ERA:"MI SCUSI DOV'è UBICATO IL BAGNO?"( :D !!!!!!))
SENTO GRIDARE "MA SEI SU STRISCIAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!"
MI GIRO...DOH!...è VERO...!!!!!
ANCORA SGHIGNAZZANDO HO GUARDATO IL FILMATINO CHE STATE VEDENDO VOI ORA...
Ecco il link del VIDEO:

http://www.video.mediaset.it/videohtml?sito=striscia&data=2007/12/07&id=6353&categoria=servizio&from=striscia

Curato da Michela Luise

La Vispa Teresa - Carlo Alberto Salustri (Trilussa)


Una donna giovane a sinistra ed una anziana a destra

[Uomo brizzolato Esopo, la puntata della “Vispa Teresa”]

La lunga puntata de “Il re è nudo” si è conclusa con la lettura de La vispa Teresa, seguita da due favole di Esopo, “La volpe e la maschera” e “L’uomo brizzolato” di Esopo. L’opera di Trilussa e la singolare vicenda dell’uomo che rimane senza capelli per il capriccio delle due donne hanno fatto sì che mi venisse domandato il mio parere sulle donne. Ma l’imbarazzo di trovarmi di fronte al microfono mi hanno precluso di dare una risposta sensata. Il mio balbettio ha portato all’esito paradossale di fare la figura del (relativamente) bello senza cervello della favola della volpe.
Poiché lo spazio lo consente ed ho l’occasione di rimediare all’occasione perduta, mi permetto di concludere qui quell’abbozzo di intervento che è stato fatto. Inutile rimproverarmi che sia una cosa antipatica, visto che sta antipatica pure al sottoscritto. Ma la vanità personale, quest’oggi, vince sulla razionalità.

La prima cosa che mi viene da dire in merito alla donna è una critica. E’ ora di finirla con il considerare la donna come molto diversa dall’uomo, e che la psicologia dei due generi siano del tutto inconciliabili. Con questo non intendo dire che uomini e donne siano perfettamente identici – molti fattori dimostrano il contrario – ma solamente criticare quelle concezioni che l’individuo maschile/femminile si comporti o sia da trattare sempre in un certo modo. In particolare, queste concezioni sono molto più salde in merito al sesso ed alla seduzione.
Il maschio, ad esempio, viene sempre concepito come colui che deve prendere sempre l’iniziativa per primo, sia meno sensibile delle donne ma meno forte in amore, che in una donna cerchi in primo luogo il rapporto sessuale ed amenità di questo tipo. Anche all’uomo, invece, fa piacere essere corteggiato – magari anche con qualche fiore, sono capaci di risentimento verso il partner che ha tradito, oppure ricercare altro nel rapporto con una donna che non il piacere o la riconciliazione con la figura materna. Molti dicono che un uomo che abbia questi pensieri sia più simile ad una donna, oppure che viva di un erotismo cerebrale. Non è più facile, invece, dire che queste necessità e desideri standard della psicologia maschile siano luoghi comuni, invece di complessarci la vita con labili generalizzazioni?
Quanto alle donne, il discorso è lo stesso. E’ molto più facile dire che esse sono sessualmente libere, e non schive o non amanti del sesso se non in determinate circostanze. Oppure che non siano tutte delle sadiche dominatrici, che giocano con i sentimenti e le debolezze (sempre presunte) dell’altro sesso. Pensare altrimenti sarebbe immaginare una donna che non c’è.
Se fossi vissuto in epoche precedenti, probabilmente sarei stato uno di quei pochi che non avrebbero avuto remore a sfidare le donne al duello; nel presente, mi accontento di essere uno che rifiuta il luogo comune che le donne “non si toccano neanche con un fiore”, o più in generale un fiero avversario delle categorie del femmineo e del mascolino. Non ci deve essere disparità di trattamenti in nessun caso: nel lavoro, nell’amore, nello sport, nei diritti e nei doveri. Questo è un appello legittimo. Meno legittimo è la petizione di principio che le donne debbano ancora lottare per un’uguaglianza che fondamentalmente la nostra società garantisce, o la lotta scioccamente continuata contro il “maschio cattivo” e privilegiato. E’ vero, ci sono casi documentati di donne che ricevono uno stipendio minore rispetto agli uomini; ma questa è una situazione particolare, a cui è la singola donna deve porre rimedio e denunciare, non il femminismo.

Detto questo, penso che esistano due peculiarità della donna, che non la rendono certo migliore di noi, ma di cui bisogna oggettivamente prendere atto come delle caratteristiche (quasi) esclusive: uno spiccato senso pratico ed un fascino fuori dal comune.
Chiunque frequenti le donne non può negare che esse siano più metodiche, precise e meno volubili di noi. Per esemplificare ciò mi limito a raccontare questo fatto. Io ed altri sette maschi dovevamo firmare una liberatoria, ma nelle vicinanze non c’erano delle superfici su cui appoggiare i documenti: ci fu chi appoggiò il foglio sulla parete, chi si sedette a terra, chi si arrangiò a scrivere tenendo la liberatoria in mano. Mentre noi eravamo presi a cercare di scrivere in maniera leggibile era arrivata una ragazza, la quale una volta preso il foglio si era allontana di pochi metri per poggiarlo su un supporto metallico. Il risultato fu che noi impiegammo molto più tempo di lei nel concludere lo stesso compito, con una grafia peraltro più rozza. Anche qui, ovviamente, non si possono fare delle generalizzazioni, ma lo si rileva più frequentemente che non uno solo di quei luoghi comuni.
Il secondo carattere, invece, sarà forse più soggettivo, ma più facile da considerare come esclusivo della donna. Che sia povera, brutta, vecchia o immorale, la donna non perde comunque questa sua capacità di affascinare sempre e comunque, contrariamente all’uomo che, con quei difetti, corre il rischio di esercitarlo di meno o non esercitarlo proprio. La stessa vispa Teresa, contrariamente alla critica di Trilussa, è ancora dotata di un grande fascino; per fortuna, l’intelligenza è più forte del fascino, pertanto nessun uomo potrà mai accettare di sposarla. Forse l’unico tipo di donna non dotata di fascino è quella stupida od infantile, ma fortunatamente se ne trovano poche in giro, o meglio poche senza altre qualità.

Quindi ben venga perdere i capelli, se fosse questa la perdita naturale. Se tutti noi uomini perdessimo i capelli così, penso che non esiteremmo più a cercare dei trattamenti anticaduta, oppure a rammaricarci di non averne più alcuno.
Curato da Enrico.

venerdì 18 gennaio 2008

Biancaneve-Jacob e Wilhem Grimm

- Dal muro, specchietto, favella:
nel regno chi è la più bella?

Grazie alla bellissima storia dei fratelli Grimm su Biancaneve e i sette nani Aldo Busi riesce ancora una volta ad entrare nei nostri animi e farci riflettere sugli appuntamenti più importanti della vita partendo dagli elementi più semplici.
La storia della giovane ragazza odiata dalla matrigna per essere troppo bella e forse per essere anche testimone di un precedente matrimonio del marito, è profondamente analizzata da Busi che nelle pieghe narrative ritrova tutti gli elementi della vita di oggi.
L’innocenza e la bellezza ma soprattutto l’invidia portata all’eccesso fino al punto di desiderare la morte dell’altro, è una costante della nostra società moderna, sulla quale occorre riflettere ed interrogarsi e capire quanto sia inutile a volte lo specchiarsi all’interno delle proprie vanità personali, alla ricerca magari inutile, dei propri pregi quanto invece si è pieni di difetti.
I Grimm vogliono portare il lettore a comprendere il messaggio che proviene dalla vicenda della bella ragazza bianca come la neve, rossa come il sangue e con i capelli neri come ebano.
E chissà occorre anche domandarsi quanto i due geniali scrittori abbiano riflettuto sul valore della solidarietà rappresentato dai nani splendida metafora moderna dell’uomo che pur menomato non esita a soccorrere chi è in difficoltà.
E al culmine della bellissima vicenda dove si intreccia vita e morte, bellezza esteriore ed interiore, odio e amore, la giustizia trionfa nell’arrivo del Principe Azzurro, magari neanche tanto bello ma straordinario simbolo di colui che rappresenta l’esito positivo della storia.
E Busi proprio sul principe azzurro concentra verso il finale della trasmissione le sue analisi e, su quanto oggi sia alquanto complicato sentirsi dei principi azzurri o se in fondo oggi i principi azzurri non esistano più.
In fondo i Grimm straordinari personaggi, che non rifiutano la miseria pur di non essere servitori di un re antidemocratico, dimostrano anche ciò che molti secoli prima un loro grande maestro Esopo aveva detto nella favola “ L’assassinio”
Un uomo è sempre una creatura maledetta dagli dei, qualunque tragitto che egli vorrà compiere per scampare le cose negative si porterà sempre verso la fine totale.
E per chiudere la consueta pagina di riflessione si aprano le danze al suono di “ Non esiste amor” di Celentano dove tutti Biancaneve, ragazzi e nani compresi ballino felicemente!.

curato da Diego Cortes

Pel di carota-Jules Renard


Perché voi non valete la mia nocca…

[Pel di carota]

Penso che per apprezzare appieno i contributi di Busi sia necessario precisare cosa essi non intendano fare. Innanzitutto, non è compito loro fare un’analisi o dare una chiave di lettura dei testi, se non molto sintetica. Il tempo non lo consente, né la televisione costituisce lo strumento più efficace data la diffidenza che molte persone provano nei suoi confronti. In secondo luogo non intendono creare alcuna distanza, né col pubblico né con noi ragazzi presenti in sala, cosa che si sarebbe immancabilmente creata se Busi avesse recitato la parte del maestro che educa i suoi ascoltatori.
Il loro obiettivo è piuttosto sensibilizzare gli spettatori alla lettura dei testi, non l’interpretazione di un’opera che molto probabilmente pochissimi hanno letto. In questo c’è da fargli un applauso, perché moltissimi critici non riescono a raggiungere questo scopo, o peggio nemmeno se lo pongono. Le loro pubblicazioni, spesso ristrette al solo ambito accademico, spaventano il lettore oppure ne cercano uno ideale, specializzato, senza preoccuparsi del fatto che finiscono per allontanare il potenziale lettore – quello vero – dal testo che stanno esaminando.
Ma non si deve concludere affrettatamente che questo invito alla lettura sia acritico. Infatti, dal discorso sulla fiaba, Busi si sposta gradualmente (direi, delle volte, quasi impercettibilmente) a porre l’attenzione su problemi concreti, che ci riguardano e chiedono rimedio. Viene allora naturale dire che siano questi, e non altri, i momenti più felici delle puntate di Busi, e i soli forse a richiedere delle considerazioni ulteriori da parte nostra.
Nella puntata di Pel di carota, tre sono i momenti felici: la proposta di abbassare la maggiore età dai diciotto ai sedici anni, lo sprezzante e provocatorio invito a non guidare sotto eccitazione da alcool e droga, il racconto sulla "rinascita" della madre.
A mio avviso non si può che essere d’accordo sul considerare i ragazzi di sedici anni come maturi, responsabili delle loro azioni e quindi perseguibili di reato. A quell’età il ragazzo è ormai formato nel corpo e nella mente, ed è in grado di esprimere le sue idee, avere i suoi comportamenti sessuali e relazionarsi col mondo nella maniera che favorisce.
Altro che incapacità di intendere e di volere! Al massimo i suoi voleri e le sue capacità cognitive potranno col tempo affinarsi, perfezionarsi, magari anche cambiare. Questo lo capisco e lo giustifico anch’io. Ma dire che un ragazzo possa fare o scegliere qualcosa coscientemente solo al compimento del diciottesimo compleanno, solo la legge lo giustifica, mentre la vita ed il contatto quotidiano con i giovani dimostrano esattamente il contrario. Lo stesso romanzo di Renard, senza andare troppo lontano, lo dimostra: basti solamente vedere con quanta lucidità Peldicarota attiri il gatto randagio con una ciotola di latte per poi ucciderlo a pugni mentre ancora si lecca soddisfatto le "labbra dolciastre".
Oltre alla legge, ad aggravare la situazione è questa idea bigotta che la famiglia italiana debba sempre e comunque difendere il ragazzo, non importa cosa abbia fatto. Non mi piacciono le generalizzazioni, ma penso di essere nel vero quando dico che, qualora un bullo incendi una scuola o commetta qualche altro "piccolo" reato, il padre medio si limiti a pagare i danni ed a fare una ramanzina al figlio. Invece, penso che il padre che ama realmente suo figlio e voglia dargli un futuro sereno debba costringerlo a trovare lui stesso i soldi da restituire ed a rimediare agli errori che ha commesso. Sebbene poco piacevole, questa decisione tutela sicuramente il ragazzo e gli consente di affrontare con l’ottica giusta la vita che verrà, una cosa che nessuna legge e nessun mammismo è in grado di dare.
La mia considerazione sul secondo "momento felice" sarà più breve. Dopo aver invitato il governo ad abbassare la maggiore età, Busi ha pronunciato la frase forse più memorabile della puntata contro coloro che guidano in stato di ebbrezza. "Lo facciano pure, ma mi seccherebbe ritrovarmi in un incidente, anche solo se mi ferissi una nocca… perché voi non valete una mia nocca". Non trovo argomenti per criticare l’asserzione di Busi. Chi volesse dimostrare il contrario deve smettere di agire così e lavorare sodo: lamentarsi per lo scarso tatto di Busi o per l’antipatica asserzione non costituiscono delle giustificazioni. La verità, oltre che nuda, è anche scorbutica alle volte.
Non credo che questa asserzione e l’invito ad abbassare l’età giuridica siano solo delle vuote provocazioni. A Busi potremmo rinfacciare tante cose, ma non certamente di non essere un individuo sincero e genuinamente schietto. Tuttavia, è pur vero che all’atto pratico noi non possiamo che sensibilizzare al cambiamento più che promuoverlo, mentre l’iniziativa concreta dovrebbe partire dall’alto; speriamo, almeno, che l’individuo singolo abbia almeno la maturità di porsi il problema.
Quanto alla toccante descrizione del rapporto di Busi con la madre non posso aggiungere nulla, ma solamente provare una grande gioia per loro. E’ un’esperienza troppo personale da consentire dei commenti o anche solo la comprensione. Molto meglio, invece, rallegrarsi del fatto che questa Madame Lepic sia riuscita finalmente ad avere un po’ d’amore, dopo le tante difficoltà che la vita le ha posto. A volte è molto più maturo fare così, piuttosto che esprimere dei giudizi o cercare la tanto decantata (e spesso volgare) immedesimazione.

curato da Enrico.

giovedì 17 gennaio 2008

Peter Pan-James Mattehw Barrie




Anche quest’anno il popolare scrittore Aldo Busi riprende la sua consueta trasmissione “ Amici Libri”, e come sempre riesce a stupirci mostrandoci la bellezza della letteratura, degli scrittori e del messaggio sempre presente in ogni libro.
Busi sa essere un ottimo comunicatore dell’opera letteraria calandola facilmente in ogni contesto attuale non annoiando mai con le sue lezioni dinamiche.
Quest’anno argomento della prima puntata della trasmissione è il bellissimo libro di James Matthew Barrie “ Peter Pan” dal quale Busi fin dalla prima puntata dimostra l’effettiva attualità al di là della disneyana versione tesa più alla bellezza della favola.
Ma Busi vuole fare riflettere; il suo scopo è quello di svegliare la curiosità dei ragazzi nei confronti del nostro mondo, alla scoperta di tutto quello che non và.
Parlando del personaggio di Barrie, non si può non pensare ad uno dei malesseri dei ragazzi di oggi, la voglia di rimanere bambini, e la paura di crescere e di prendersi le proprie responsabilità nel mondo.
Busi invece chiede ai ragazzi di uscire fuori dal guscio delle proprie paure, di uscire allo scoperto e di affrontare la vita anche nelle sue difficoltà.
I ragazzi con le loro domande dimostrano la pericolosità del vedere negativamente il futuro;la mancanza di lavoro spaventa tutti, ma ancora una volta Busi invita tutti i giovani alla sfida con se stessi osando anche di andare in giro per il mondo.
Nella seconda puntata Busi invece travestito da fata Campanellino, strappa una risata a tutti, ma il goffo abbigliamento serve ancora una volta allo scrittore per portare i ragazzi a riflettere sul loro futuro. Utilizzando il racconto di Peter Pan ancora una volta e il rapporto di quest’ultimo con la fata, Busi, dimostra come per gli uomini di oggi risulti essere difficile relazionarsi non solo con loro stessi, ma anche con l’altro sesso. Wendy che nel racconto è la ragazza che Peter Pan vuole portare con sé nell’ “isola che non c’è” diviene così la metafora di quella volontà mal riuscita di relazionarsi nella totale mancanza di una profonda conoscenza dell’altro. Tutto questo è anche dovuto secondo Busi al totale abbandono che da piccoli subiscono i ragazzi che spesso vengono abbandonati freddamente alla televisione e ai rapporti superficiali. Trilly è invece la donna che sfugge davanti ad un uomo che vorrebbe agguantarla così come Peter Pan è la metafora dell’uomo che fugge.
A conclusione di questo discorso non può non sfuggire la profondità della favola di Fedro, sulla cicala e la civetta dove quest’ultima riesce ad ammazzare l’altra soltanto perché era infastidita dal suo conto. Quale migliore caratterizzazione della nostra società violenta dove si litiga anche per le più inutili cose.
Grazie invece al personaggio di Capitan Uncino, Busi ci porta a riflettere sulla bruttezza interiore delle persone cattive ed egoiste che pensano solo ai propri interessi e non hanno difficoltà a calpestare gli altri. Legata alla vicenda di Capitan Uncino c’è anche quella di Giglio Tigrato che Peter riesce a salvare dalla morte. Ma la morte nel testo di Peter Pan non è un momento di stacco definitivo, ma un momento di avventura che và vissuto come una parte della vita. Anche Giglio Tigrato non riesce a essere vista come una donna da Peter Pan, ma come il ricordo della mamma,in una sorta di copia che l’uomo di oggi vorrebbe stampata nella sua donna.
Grazie alla mia domanda, Busi riesce a spiegare come un autore entra nei personaggi che scrive, o che legge negli altri testi, cosa cioè occorre trasmettere con il linguaggio. E tra le varie cose che non si sbaglia mai a trasferire agli altri è la generosità e il fare del bene che aiuta a migliorare il mondo e rapporti umani.
curato da Cortes Diego.

Un omaggio al "Conduttore"...


Aldo Busi...

Nato il 25 febbraio 1948 a Montichiari, in provincia di Brescia, a 14 anni Aldo Busi va via di casa. Studia lingue all'estero lavorando in alberghi e ristoranti. Dopo aver preso un diploma di scuola superiore a Firenze, si iscrive all’università di Verona, dove si laurea nel 1981 con una tesi sul poeta americano John Ashbery. Dopo il celebre esordio con Seminario sulla gioventù (1984), accolto con favore dalla critica e dal pubblico, ha pubblicato Vita standard di un venditore provvisorio di collant (1985) e La delfina bizantina (1987), Sodomie in corpo 11 (1988), Altri abusi e il testo teatrale Pâté d'homme (1989). A queste prime opere seguono: L'amore è una budella gentile e Sentire le donne (1991); Le persone normali e il Manuale del perfetto Gentilomo (1992), Vendita di galline km 2 (1993);il Manuale della perfetta Gentildonna e Cazzi e canguri (pochissimi i canguri) (1994); Grazie del pensiero e Madre Asbrubala: all'asilo si sta bene e s'imparan tante cose! (1995); Suicidi dovuti (1996); Nudo di madre: (manuale del perfetto scrittore) e L'amore trasparente (canzoniere) (1997). Nel 1998 ha pubblicato Aloha!!! (gli uomini, le donne, le Hawaii) e Per un'apocalisse più svelta. Nel 2000 Manuale della perfetta mamma e nel 2001 Manuale del perfetto papà. Nel 2002 ha ripresentato, integrato con dieci anni di nuovi interventi, Sentire le donne, una raccolta di articoli, racconti e scritti dove i protagonisti sono contesse, attrici, celebrità, uomini di mondo, vecchierelle dispettose, anonime ammiratrici asfissianti e vari altri banali borghesi, incontrati negli anni dallo scrittore.Del 2004 è E io, che ho le rose fiorite anche d’inverno?, mentre, nel 2006, pubblica (un altro titolo controverso, concepito, sembrerebbe, solo per suscitare scalpore) Bisogna avere i coglioni per prenderlo nel culo, un libro che è insieme taccuino, pamphlet, racconto, atlante (dall’Irlanda a Capri, da Montreal a Salonicco) e contiene un tenerissimo e dolente, omaggio alla madre. Ha tradotto dall'inglese, dall'italiano antico e dal tedesco numerosi libri, tra cui Alice nel paese della meraviglie di Lewis Carroll (1988), il Decamerone di Giovanni Boccaccio (1990-1991), Il Cortegiano di Baldassare Castiglione (1993) e Intrigo e amore di Friederich Schiller.

Le sue opere sono state tradotte in undici lingue.

Perchè scriviamo un Blog??



Noi..."opinionisti" di "Amici Libri-Edizione Favolosa" abbiamo deciso di aprire un Blog online sopratutto perchè il Blog è un modo per condividere delle idee,per farle arrivare dovunque,per permettere a tutti di partecipare a cose che magari non hanno visto,per mettersi in discussione e quindi riflettere tutti insieme...per rivivere quei bei momenti puntata per puntata a piccoli passi e secondo i nostri Pensieri,Sensazioni,Emozioni,Stati d'animo ed Avventure comuni a tutti coloro che del programma hanno fatto un "Successo".Ma sopratutto...per rendere omaggio a colui che ha permesso la realizzazzioni di una tale Trasmissione socio-culturale;Aldo Busi.
Tutto ebbe inizio da...