giovedì 17 gennaio 2008

Peter Pan-James Mattehw Barrie




Anche quest’anno il popolare scrittore Aldo Busi riprende la sua consueta trasmissione “ Amici Libri”, e come sempre riesce a stupirci mostrandoci la bellezza della letteratura, degli scrittori e del messaggio sempre presente in ogni libro.
Busi sa essere un ottimo comunicatore dell’opera letteraria calandola facilmente in ogni contesto attuale non annoiando mai con le sue lezioni dinamiche.
Quest’anno argomento della prima puntata della trasmissione è il bellissimo libro di James Matthew Barrie “ Peter Pan” dal quale Busi fin dalla prima puntata dimostra l’effettiva attualità al di là della disneyana versione tesa più alla bellezza della favola.
Ma Busi vuole fare riflettere; il suo scopo è quello di svegliare la curiosità dei ragazzi nei confronti del nostro mondo, alla scoperta di tutto quello che non và.
Parlando del personaggio di Barrie, non si può non pensare ad uno dei malesseri dei ragazzi di oggi, la voglia di rimanere bambini, e la paura di crescere e di prendersi le proprie responsabilità nel mondo.
Busi invece chiede ai ragazzi di uscire fuori dal guscio delle proprie paure, di uscire allo scoperto e di affrontare la vita anche nelle sue difficoltà.
I ragazzi con le loro domande dimostrano la pericolosità del vedere negativamente il futuro;la mancanza di lavoro spaventa tutti, ma ancora una volta Busi invita tutti i giovani alla sfida con se stessi osando anche di andare in giro per il mondo.
Nella seconda puntata Busi invece travestito da fata Campanellino, strappa una risata a tutti, ma il goffo abbigliamento serve ancora una volta allo scrittore per portare i ragazzi a riflettere sul loro futuro. Utilizzando il racconto di Peter Pan ancora una volta e il rapporto di quest’ultimo con la fata, Busi, dimostra come per gli uomini di oggi risulti essere difficile relazionarsi non solo con loro stessi, ma anche con l’altro sesso. Wendy che nel racconto è la ragazza che Peter Pan vuole portare con sé nell’ “isola che non c’è” diviene così la metafora di quella volontà mal riuscita di relazionarsi nella totale mancanza di una profonda conoscenza dell’altro. Tutto questo è anche dovuto secondo Busi al totale abbandono che da piccoli subiscono i ragazzi che spesso vengono abbandonati freddamente alla televisione e ai rapporti superficiali. Trilly è invece la donna che sfugge davanti ad un uomo che vorrebbe agguantarla così come Peter Pan è la metafora dell’uomo che fugge.
A conclusione di questo discorso non può non sfuggire la profondità della favola di Fedro, sulla cicala e la civetta dove quest’ultima riesce ad ammazzare l’altra soltanto perché era infastidita dal suo conto. Quale migliore caratterizzazione della nostra società violenta dove si litiga anche per le più inutili cose.
Grazie invece al personaggio di Capitan Uncino, Busi ci porta a riflettere sulla bruttezza interiore delle persone cattive ed egoiste che pensano solo ai propri interessi e non hanno difficoltà a calpestare gli altri. Legata alla vicenda di Capitan Uncino c’è anche quella di Giglio Tigrato che Peter riesce a salvare dalla morte. Ma la morte nel testo di Peter Pan non è un momento di stacco definitivo, ma un momento di avventura che và vissuto come una parte della vita. Anche Giglio Tigrato non riesce a essere vista come una donna da Peter Pan, ma come il ricordo della mamma,in una sorta di copia che l’uomo di oggi vorrebbe stampata nella sua donna.
Grazie alla mia domanda, Busi riesce a spiegare come un autore entra nei personaggi che scrive, o che legge negli altri testi, cosa cioè occorre trasmettere con il linguaggio. E tra le varie cose che non si sbaglia mai a trasferire agli altri è la generosità e il fare del bene che aiuta a migliorare il mondo e rapporti umani.
curato da Cortes Diego.

2 commenti:

marcello ha detto...

Ciao Diego sono rimasto veramente senza parole per il tuo articolo sulla favola di Peter Pan. Io l'ho seguita la prima puntata in televisione che quella mattina ero a casa e mi ritrovo veramente in pieno con quello che dici tu. Hai ragione quando scrivi delle nostre paure nell'affrontare il mondo anche se io vedo sempre un pò nero. Vabbeh Ci vediamo presto sul blog ricambio i baci. M.

AmiciLibri ha detto...

Grazie caro, credo che tutti abbiamo un po di paura nell'affrontare il mondo...le avversità che la vita ci riserva e a volte ci chiediamo...ne vale la pena crescere?..A mio parere SI..anche se bisognerebbe valutare molte cose prima di agire per avere una vita agiata!Ricorda marcello che la chiave del successo sta dentro di noi..e noi dobbiamo avere la capacità di tirarla fuori e non restare troppo a pensare su cosa si dovrebbe fare..bisogna giocare le proprie carte e scrivere le pagine del grande libro bianco che è la vita..abbiamo carta bianca!
A presto!Diego!:-)